Real smart working

Come cambierà l’esperienza di lavoro? Cosa rimarrà online e cosa invece tornerà a svolgersi prepotentemente dal vivo? L’obiettivo, per tutti, è comune: creare un nuovo modo di lavorare che sia davvero smart, riuscendo a coniugare il binomio productive&human.

Nel 2021 le aziende hanno iniziato a sperimentare il vero smart working, che non è né remote working né home working: nulla a che vedere, insomma, con quanto vissuto nel 2020, per dirla con chiarezza.

Lo smart working è un cambiamento profondo del modo di lavorare, perché dà spazio al valore delle persone mettendole alla prova non più all’interno di orari di lavoro definiti e schemi prestabiliti, ma di fronte a obiettivi, che devono essere smart e quindi semplici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e settati nel tempo.

Si deve davvero passare dalla misurazione del tempo alla misurazione degli obiettivi.

Nel 2021, per concludere, la scommessa del top management sarà quella di trovare dei nuovi modi di lavorare che siano sempre più people-centered.
Si può lavorare in un altro modo, esiste un’alternativa all’ufficio dalle 9 alle 18 che può renderci più soddisfatti e felici delle nostre vite e, di conseguenza, più produttivi.

Se le aziende vogliono continuare ad attrarre e trattenere le migliori persone, devono pensare modi, tempi e spazi di lavoro che siano realmente progettati attorno alle persone.

Lo smart working permette alle persone di lavorare quando sono più produttive, di essere più autonome e di costruire il proprio personale life balance, lavorando meglio ed essendo più soddisfatte.

Le due sfide da affrontare:

1.Fondare le relazioni sulla fiducia tra manager e dipendenti

Scegliere lo smart working significa preferire fiducia e trasparenza a comando e controllo.
La scommessa è co-progettare con le proprie persone una serie di nuovi modi di lavorare che siano profondamente people-centered.

2.Educare all’autonomia

Il risvolto positivo sarà più autonomia e più responsabilità da parte di tutti e meno autoritarismo fine a se stesso da parte dei manager, che potranno così sfidare se stessi nel diventare veri driver del successo delle proprie persone e, attraverso di loro, dell’azienda.

Conclusione

La sfida che ognuno di noi deve affrontare: essere co-designer di questo processo di cambiamento.

Osservando, ascoltando, studiando bene il contesto della nostra azienda, trasformandoci in intrapreneur, ovvero scoprendoci realmente parte del percorso e del successo dell’impresa con cui collaboriamo.

Questo 2021 è l’anno delle sfide, delle sperimentazioni, del mettersi alla prova: per chi le aziende le guida, per i dipartimenti HR, per tutte le persone alla ricerca della giusta produttività e del proprio personale life balance.

L’obiettivo è comune a tutti, persone, manager, aziende: creare un nuovo modo di lavorare che sia productive&human.

Real smart working

Come cambierà l’esperienza di lavoro? Cosa rimarrà online e cosa invece tornerà a svolgersi prepotentemente dal vivo? L’obiettivo, per tutti, è comune: creare un nuovo modo di lavorare che sia davvero smart, riuscendo a coniugare il binomio productive&human.

Nel 2021 le aziende hanno iniziato a sperimentare il vero smart working, che non è né remote working né home working: nulla a che vedere, insomma, con quanto vissuto nel 2020, per dirla con chiarezza.

Lo smart working è un cambiamento profondo del modo di lavorare, perché dà spazio al valore delle persone mettendole alla prova non più all’interno di orari di lavoro definiti e schemi prestabiliti, ma di fronte a obiettivi, che devono essere smart e quindi semplici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e settati nel tempo.

Si deve davvero passare dalla misurazione del tempo alla misurazione degli obiettivi.

Nel 2021, per concludere, la scommessa del top management sarà quella di trovare dei nuovi modi di lavorare che siano sempre più people-centered.
Si può lavorare in un altro modo, esiste un’alternativa all’ufficio dalle 9 alle 18 che può renderci più soddisfatti e felici delle nostre vite e, di conseguenza, più produttivi.

Se le aziende vogliono continuare ad attrarre e trattenere le migliori persone, devono pensare modi, tempi e spazi di lavoro che siano realmente progettati attorno alle persone.

Lo smart working permette alle persone di lavorare quando sono più produttive, di essere più autonome e di costruire il proprio personale life balance, lavorando meglio ed essendo più soddisfatte.

Le due sfide da affrontare:

1.Fondare le relazioni sulla fiducia tra manager e dipendenti

Scegliere lo smart working significa preferire fiducia e trasparenza a comando e controllo.
La scommessa è co-progettare con le proprie persone una serie di nuovi modi di lavorare che siano profondamente people-centered.

2.Educare all’autonomia

Il risvolto positivo sarà più autonomia e più responsabilità da parte di tutti e meno autoritarismo fine a se stesso da parte dei manager, che potranno così sfidare se stessi nel diventare veri driver del successo delle proprie persone e, attraverso di loro, dell’azienda.

Conclusione

La sfida che ognuno di noi deve affrontare: essere co-designer di questo processo di cambiamento.

Osservando, ascoltando, studiando bene il contesto della nostra azienda, trasformandoci in intrapreneur, ovvero scoprendoci realmente parte del percorso e del successo dell’impresa con cui collaboriamo.

Questo 2021 è l’anno delle sfide, delle sperimentazioni, del mettersi alla prova: per chi le aziende le guida, per i dipartimenti HR, per tutte le persone alla ricerca della giusta produttività e del proprio personale life balance.

L’obiettivo è comune a tutti, persone, manager, aziende: creare un nuovo modo di lavorare che sia productive&human.