L’importanza delle “terre-di-mezzo”
Nella affascinante saga de Il Signore degli Anelli di J.R. R.Tolkien un ruolo importante è giocato dalla Terra di Mezzo, ovvero quello spazio ampio e misterioso che gli hobbit devono attraversare una volta lasciata la Contea per realizzare il loro compito. Ma cosa hanno a che fare con la gestione delle persone e delle organizzazioni i libri di Tolkien? Molto più di quanto non appaia!
Qualche giorno fa, mentre preparavo un intervento per un gruppo internazionale sul “back to normal”, il concetto di terra di mezzo mi si è rivelato in tutta la sua importanza. Le terre di mezzo sono luoghi poco esplorati, proprio perché stanno tra due stabilità o tra due posti e devono essere attraversate. In quanto tali non sollevano un interesse in sé e per sé. Eppure lo stare in mezzo è un valore. Stare in mezzo vuole dire che in esse troviamo un po’ del luogo che lasciamo e un po’ di quello verso cui andiamo. Quando si tratta di un viaggio questo vuole dire che l’ambiente che vediamo fuori dal finestrino gradatamente cambia, le montagne diventano pianure e viceversa in relazione alla direzione del nostro viaggio. inoltre, le terre di mezzo possono illuderci se non le conosciamo bene. Ci succede in certi viaggi quando pensiamo di essere arrivati alla nostra meta, salvo poi scoprire che non era così e ci siamo sbagliati.
Oggi siamo tutti lì, in una terra di mezzo. La terra di mezzo tra la pandemia e il “new normal” come viene chiamato, la terra di mezzo tra il lavoro tutti in ufficio e il lavoro ibrido, rispettoso delle norme di distanziamento sociale che con ogni probabilità rimarranno anche a settembre, la terra di mezzo tra un modo di organizzarci e le organizzazioni del futuro.
Come viaggiatori impazienti vogliamo completare il percorso e arrivare in fretta. Ma è l’atteggiamento più giusto? Io credo di no, perché mai come in questo caso quello che conta non è l’arrivo ma il percorso. Dobbiamo usare le risorse della terra di mezzo per capire come cambiare e non avere fretta, perché la pandemia ci ha dato anche una grandissima opportunità: poter ripartire “quasi” da zero. La vera domanda da farci oggi è quindi: se potessi ricostruire il mio business come se fosse nuovo, cosa lascerei al passato e cosa cercherei di portare dentro la mia impresa? Chi si farà questa domanda e saprà trovare le risposte giuste, come Bilbo e Frodo tornerà alla sua Contea, ma migliore di prima.
Luca Solari
Founder di OrgTech, Professore Ordinario Organizzazione Aziendale e Innovazione & Direttore della Scuola di Giornalismo Università Statale di Milano
OrgTech è una società di consulenza che si occupa di trasformazione organizzativa basata sull’innovazione e sulla people-centricity come base per lo sviluppo sostenibile aziendale.
L’importanza delle “terre-di-mezzo”
Nella affascinante saga de Il Signore degli Anelli di J.R. R.Tolkien un ruolo importante è giocato dalla Terra di Mezzo, ovvero quello spazio ampio e misterioso che gli hobbit devono attraversare una volta lasciata la Contea per realizzare il loro compito. Ma cosa hanno a che fare con la gestione delle persone e delle organizzazioni i libri di Tolkien? Molto più di quanto non appaia!
Qualche giorno fa, mentre preparavo un intervento per un gruppo internazionale sul “back to normal”, il concetto di terra di mezzo mi si è rivelato in tutta la sua importanza. Le terre di mezzo sono luoghi poco esplorati, proprio perché stanno tra due stabilità o tra due posti e devono essere attraversate. In quanto tali non sollevano un interesse in sé e per sé. Eppure lo stare in mezzo è un valore. Stare in mezzo vuole dire che in esse troviamo un po’ del luogo che lasciamo e un po’ di quello verso cui andiamo. Quando si tratta di un viaggio questo vuole dire che l’ambiente che vediamo fuori dal finestrino gradatamente cambia, le montagne diventano pianure e viceversa in relazione alla direzione del nostro viaggio. inoltre, le terre di mezzo possono illuderci se non le conosciamo bene. Ci succede in certi viaggi quando pensiamo di essere arrivati alla nostra meta, salvo poi scoprire che non era così e ci siamo sbagliati.
Oggi siamo tutti lì, in una terra di mezzo. La terra di mezzo tra la pandemia e il “new normal” come viene chiamato, la terra di mezzo tra il lavoro tutti in ufficio e il lavoro ibrido, rispettoso delle norme di distanziamento sociale che con ogni probabilità rimarranno anche a settembre, la terra di mezzo tra un modo di organizzarci e le organizzazioni del futuro.
Come viaggiatori impazienti vogliamo completare il percorso e arrivare in fretta. Ma è l’atteggiamento più giusto? Io credo di no, perché mai come in questo caso quello che conta non è l’arrivo ma il percorso. Dobbiamo usare le risorse della terra di mezzo per capire come cambiare e non avere fretta, perché la pandemia ci ha dato anche una grandissima opportunità: poter ripartire “quasi” da zero. La vera domanda da farci oggi è quindi: se potessi ricostruire il mio business come se fosse nuovo, cosa lascerei al passato e cosa cercherei di portare dentro la mia impresa? Chi si farà questa domanda e saprà trovare le risposte giuste, come Bilbo e Frodo tornerà alla sua Contea, ma migliore di prima.
Luca Solari
Founder di OrgTech, Professore Ordinario Organizzazione Aziendale e Innovazione & Direttore della Scuola di Giornalismo Università Statale di Milano
OrgTech è una società di consulenza che si occupa di trasformazione organizzativa basata sull’innovazione e sulla people-centricity come base per lo sviluppo sostenibile aziendale.