Worktainment: un lavoro gratificante
La scorsa settimana ho introdotto il concetto di worktainment, un nuovo approccio alla gestione del rapporto con i lavoratori che mescola lavoro e entertainment.
Sappiamo che l’engagement è uno dei fattori che determinano la produttività delle persone e l’entità del loro contributo sia nelle grandi sia nelle piccole organizzazioni. Siamo cresciuti con un’idea non sempre positiva del lavoro, almeno dal punto di vista delle nostre emozioni. Tendiamo a pensare che il lavoro sia prima di tutto un dovere e per questo non lo associamo al divertimento. Ma che male ci sarebbe? Il lavoro ci serve per vivere, ma anche per soddisfare il bisogno di realizzare quello che ci interessa. Ma il lavoro non è solo uno strumento; può essere un elemento di soddisfazione in sé.
La teoria motivazionale della self-determination degli studiosi americani Deci e Ryan ci dimostra che ciò che facciamo per scelta è sempre più motivante di quello che facciamo perché altri ci motivano. La loro teoria ha sistematizzato il rapporto tra motivazione intrinseca (che viene da dentro di noi) e motivazione estrinseca (che deriva da ciò che ci chiedono o promettono gli altri), concetti che già erano stati affrontati in passato. Ci sono due ragioni per cui quello che afferma questo modello è importante per imprenditori, manager e gestori delle risorse umane:
- La prima ragione è che ci ricorda che abbiamo un tesoro di motivazione nascosta che potremmo attivare se riuscissimo a far coincidere di più ciò che le persone fanno con quello che vorrebbero fare. Ci sono molti modi per farlo ad esempio chiedere alle persone cosa fanno nella loro vita personale e che cosa a loro piace, offrire a tutto il team varie opportunità di soddisfare le proprie ambizioni e cercare di capire che cosa gratifica profondamente una persona o un’altra.
- La seconda ragione è che la motivazione intrinseca fa sì che le persone abbiano più voglia di stare assieme e lavorare come una vera organizzazione. In questo gli spazi di lavoro giocano un ruolo importante se consentiamo a tutti di progettarli sulla base delle proprie esigenze e di renderli divertenti e collaborativi.
La teoria della self-determination ci rafforza nella determinazione di progettare il lavoro partendo dal divertimento e dalla passione delle persone e illustra due possibili strade del worktainment.
Luca Solari
Founder di OrgTech, Professore Ordinario Organizzazione Aziendale e Innovazione & Direttore della Scuola di Giornalismo Università Statale di Milano
OrgTech è una società di consulenza che si occupa di trasformazione organizzativa basata sull’innovazione e sulla people-centricity come base per lo sviluppo sostenibile aziendale.
Worktainment: un lavoro gratificante
La scorsa settimana ho introdotto il concetto di worktainment, un nuovo approccio alla gestione del rapporto con i lavoratori che mescola lavoro e entertainment.
Sappiamo che l’engagement è uno dei fattori che determinano la produttività delle persone e l’entità del loro contributo sia nelle grandi sia nelle piccole organizzazioni. Siamo cresciuti con un’idea non sempre positiva del lavoro, almeno dal punto di vista delle nostre emozioni. Tendiamo a pensare che il lavoro sia prima di tutto un dovere e per questo non lo associamo al divertimento. Ma che male ci sarebbe? Il lavoro ci serve per vivere, ma anche per soddisfare il bisogno di realizzare quello che ci interessa. Ma il lavoro non è solo uno strumento; può essere un elemento di soddisfazione in sé.
La teoria motivazionale della self-determination degli studiosi americani Deci e Ryan ci dimostra che ciò che facciamo per scelta è sempre più motivante di quello che facciamo perché altri ci motivano. La loro teoria ha sistematizzato il rapporto tra motivazione intrinseca (che viene da dentro di noi) e motivazione estrinseca (che deriva da ciò che ci chiedono o promettono gli altri), concetti che già erano stati affrontati in passato. Ci sono due ragioni per cui quello che afferma questo modello è importante per imprenditori, manager e gestori delle risorse umane:
- La prima ragione è che ci ricorda che abbiamo un tesoro di motivazione nascosta che potremmo attivare se riuscissimo a far coincidere di più ciò che le persone fanno con quello che vorrebbero fare. Ci sono molti modi per farlo ad esempio chiedere alle persone cosa fanno nella loro vita personale e che cosa a loro piace, offrire a tutto il team varie opportunità di soddisfare le proprie ambizioni e cercare di capire che cosa gratifica profondamente una persona o un’altra.
- La seconda ragione è che la motivazione intrinseca fa sì che le persone abbiano più voglia di stare assieme e lavorare come una vera organizzazione. In questo gli spazi di lavoro giocano un ruolo importante se consentiamo a tutti di progettarli sulla base delle proprie esigenze e di renderli divertenti e collaborativi.
La teoria della self-determination ci rafforza nella determinazione di progettare il lavoro partendo dal divertimento e dalla passione delle persone e illustra due possibili strade del worktainment.
Luca Solari
Founder di OrgTech, Professore Ordinario Organizzazione Aziendale e Innovazione & Direttore della Scuola di Giornalismo Università Statale di Milano
OrgTech è una società di consulenza che si occupa di trasformazione organizzativa basata sull’innovazione e sulla people-centricity come base per lo sviluppo sostenibile aziendale.